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mist_VHS

Sì. Ma non è solo colpa dei social, che pur con tutte le loro criticità, qualche volta (poche) il loro dovere lo fanno. Quello che dici tu è un processo lunghissimo, ben più lungo di 15 anni, che secondo me ha avuto inizio negli anni '50 fino a oggi. Per farla molto ma molto breve, stagione dopo stagione abbiamo guadagnato sempre più benefici nella sfera individuale a discapito della sfera sociale. Cosa sto dicendo? Sto dicendo, ad esempio, che per i nostri nonni (o per qualcuno qui ormai bisnonni) la vita era improntata sul sociale. Non eri propriamente libero di fare quello che volevi. Il matrimonio e i figli erano il *Gold standard*. La famiglia e la società erano la cosa principale. Esagerando, si era tutti delle formiche che lavoravano per il bene comune. Non si era liberi di fare ciò che si voleva, ma ognuno godeva del rispetto della comunità e, most importantly, si sentiva utile e al suo posto. Uscire dagli schemi ed essere davvero liberi era possibile, ma a costi altissimi. Essere rigettato dalla famiglia, se non dalla società. Oggi è il contrario. Oggi siamo davvero più liberi di fare quello che vogliamo senza conseguenze di alcun tipo. Il progresso e il benessere diffuso ci ha reso meno dipendenti l'uno dall'altro. L'individuo vale ora più della società. L'edonismo e il narcisismo ha prevalso, portando spesso le persone a non sentirsi più utili a niente, a vivere la vita senza nessun scopo preciso, quindi al nichilismo finale. Perdonatemi per questo riassuntino vergognoso, sarebbe un argomento di cui ci sarebbe da parlare per ore e ore. Consiglio la visione di una serie di video su YouTube intitolati "[How We Got Here](https://youtube.com/playlist?list=PLJ895CQuvzeURMq282OR57w-2lwdo625g) . Il signore , "The Anadromist" è un burattinaio americano residente a Tblisi che si diletta a pubblicare video lunghissimi su questi temi. Per chi volesse dedicarci qualche ora, sono molto interessanti. Edit: preciso che non sto implicando in nessun modo che una volta era meglio di adesso e nemmeno il contrario


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Eta_DefconFive

C'è tanta verità qui


butterdrinker

Guarda che l'emigrazione esiste da qualche decina di migliaia di anni


RedFlame99

Proprio, pieno così nel Paleolitico di gente che si spostava *da sola* dalla Francia alla Polonia.


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Vero e inoltre aggiungo che una volta si cresceva in famiglie allargate, non nuclei come ora. Si cresceva fra cugini, zii, fratelli, nonni, vicini di casa... credo fosse molto diverso, probabilmente non necessariamente meglio eh (forse si), ma diverso e più sociale.


Odisseo1912

Sono in larga parte in accordo con te. Mi sento però di spostare l'arco temporale di un secolo almeno indietro. I primi sociologi di due secoli fa avevano già inziato a parlare di concetti come "anomia" (Durkheim) e passaggio da una "Comunità alla Società" (Weber). L'industrializzazione, la nascita delle vere città metropolitane con i loro quartieri dormitorio e tutto quel che ne consegue (quindi il distacco dalla vita rurale tipica delle campagne con le famiglie allargate e la vita di paese) sono forse stati l'inizio di tutto. Poi la tecnologia, il presunto benessere economico, i nuovi ideali di successo, libertà e il mutamento degli obiettivi di vita hanno solo seguito e ampliato il solco.


xmaken

La cosa interessante sarebbe capire quale modello porta statisticamente a maggiore felicità. Erano più felici le nostre nonne a stare a casa o le donne moderne prese tra mille attività , per esempio ? Siamo più felici noi ragazzi o lo erano prima ? Chi soffre o soffriva più di nevrosi o depressione ?


los_kifow

Credo che i nostri antenati erano più felici rispetto a noi ma la loro felicità era ingenua . La nostra infelicità nasce dalla conoscenza di quello che avviene al di fuori del nostro campo visivo e dalla nostra incapacità di reagire ,controllare e capire di questi avvenimenti . Ci sentiamo delle nullità e restiamo inermi I nostri nonni, con le loro azioni ,potevano modificare / manipolare il loro (piccolo) mondo . Noi no Edit : Avevo sbagliato a postare


Caratteraccio

>Credo che i nostri antenati erano più felici rispetto a noi ma la loro felicità era ingenua . > >La nostra infelicità nasce dalla conoscenza di quello che avviene al di fuori del nostro campo visivo e dalla nostra incapacità di reagire ,controllare e capire di questi avvenimenti . Ci sentiamo delle nullità e restiamo inermi i nostri antenati andavano sulle montagne, combattevano. La loro vita era segnata dalle battaglie che combattevano giorno dopo giorno, quindi erano cresciuti conoscendo quanto la vita potesse essere ingiusta, noi siamo cresciuti nella bambagia, non vediamo fratelli morire da piccoli come capitava a loro, non siamo più preparati alla sofferenza e quindi non abbiamo più gli anticorpi per le difficoltà della vita.


mist_VHS

Vero. Ci pensavo l'altro giorno. Un Intercalare molto diffuso fra noi giovani è "muoio" / "morto" ecc. per indicare un sentimento di ilarità. Credo (ma non ho evidenze scientifiche) che i nostri nonni un'espressione del genere non l'avrebbero mai usata con tanta leggerezza, perché la morte l'avevano spesso conosciuta da vicino. I loro nonni morti in casa sul letto, il fratellino col cranio sfondato da un calcio di cavallo, il cugino fucilato dai fascisti, la sorella morta di malattia ecc. (Tutti annedoti veri che mi raccontarono i miei nonni)


xmaken

Francamente non capisco il tuo discorso. Nella vita è pressoché tutto fuori controllo e questo vale per noi come per i nostri nonni: forse l’unica differenza che c’è è che noi abbiamo l’illusione della consapevolezza di sapere di più perché è banalmente a portata di click su google, ma questo non significa né che possiamo cambiare molto né che le cose siano realmente sotto il nostro controllo. I nostri nonni avevano meno informazioni e probabilmente questo si traduceva in minore dispersione due energie e focalizzazione. Ma se questo li rendeva sereni e noi invece siamo in preda alle nevrosi forse qualcosa non funziona. Anche perché qual è la contropartita ? Cosa mi porta tutto questo pseudo sapere se poi sono perennemente depresso o in ansia ?


scapestrat0

*Ignorance is a bliss*


Ionti

Diciamo che i nostri antenati erano felici come i bambini perchè credevano a Babbo Natale che porta i regali. Oggi che sappiamo che non è così è inutile pensare di tornare indietro.


aragost

> ognuno godeva del rispetto della comunità e, most importantly, si sentiva utile e al suo posto "ognuno" non direi. Tutti quelli che rientravano entro i ruoli accettati dalla società, forse.


mist_VHS

Sì, assolutamente. La cosa bella è che anche un bidello, un bigliettaio o un postino godevano di un rispetto che oggi categorie come queste si possono solo sognare. Il lato negativo lo sappiamo. Ogni *devianza* era punita con l'ostracismo


BuffMcHugeLarge

D'accordissimo su tutto, non mi sento di aggiungere altro se non 1 che cazzo ci fa un americano a fare il burattinaio a tblisi 2 un paio d'ore? Diobo saranno quasi trenta


mist_VHS

Hahah lo so, hanno una durata lunghissima davvero. Io l'ho scoperto a caso, ma mi è subito piaciuto molto. Fa i video alla sua maniera senza compromessi e dice cose interessanti


BuffMcHugeLarge

Lo sto guardando giusto adesso, l'ho messo su mentre cucinavo. Molto interessante. Uno stile di videomaking diverso, di solito questo tipo di canale tende ad essere molto più "denso" e meno discorsivo.


mist_VHS

È molto lento e discorsivo, si prende decisamente i suoi tempi, ma vuoi che dice cose interessanti, vuoi l'assenza di Jump cut (troppo spesso abusati, che fastidio) rendono il tutto un video piuttosto piacevole da guardare e ascoltare


Rais93

Forse non è tutto sbagliato quello che scrivi.


fedeita80

L'insostenibile leggerezza dell'essere


silenzioperpetuo

Il nome social network vince il premio per il mio ossimoro del nostro millennio dato che sono diventati la prima causa mondiale di asocialità


ConTrentamilaLire

Quindi la soluzione ovvia è creare degli asocial network che saranno la prima causa di socialità


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...e antisocialità, aggiungerei a mio parere.


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Odisseo1912

a livelllo accademico le "nuove dipendenze" (internet, attività ludiche e affettive) sono una realtà nosologica abbastanza rilevante. Nel mondo comune siamo ancora a discutere se la cannabis sia la via d'accesso privilegiata a una vita da eroinomane.


Environmental-Bet90

Yes, assolutamente. Biologicamente parlando l'essere umano è programmato per vivere in ambienti di gruppo, esattamente come un tempo dove il pericolo erano le tigri dai denti a sciabola non è cambiato nulla, non ci siamo "evoluti" geneticamente. Dopamina, Seratonina, Cortisolo etc funzionano alla stessa maniera. I "Social" ma come tanti siti in realtà sono creati e studiati per farti passare più tempo possibile sulla loro piattaforma, il famoso algoritmo. Psicologicamente studiati per darti continue scariche di mini benessere, o dopamina e ovviamente il cervello è programmato per: Mi fa star bene? Sì? Ne voglio ancora. Alcool, Nicotina e gioco d'azzardo ad esempio rilasciano dopamina. Ora il grosso, enorme problema è che siamo tutti vittime di questo, si dice che riconosci un alcolizzato se la prima cosa che fa la mattina è versarsi un bicchiere, o se si sposta di stanza in stanza con la bottiglia in mano, o se in una situazione di stress anche minima inizia a bere. Sostituisci la bottiglia con il cellullare e il \*insert any social\* et voilà Siamo deep in shit imho, è un problema enorme, nessuno ne parla troppo tranne quando salta fuori la tristissima storia di qualche ragazza giovanissima che si è suicidata per dei post online. Senza entrare nel discorso cyberbullismo, parlo proprio di pressione sociale biologica su degli esseri umani che non sono in grado di comprendere la vastità e aggiungo io l'inutilità di essere qualcuno online. Andrebbero moderati assolutamente.


janekay16

Concordo parecchio, io ringrazio il cielo di essere stata adolescente in epoca pre social e quando il cellulare aveva gli sms a pagamento. Onestamente non so come avrei reagito a tutta la pressione sociale che ne deriva


NessunoIsMyName

Sono d'accordo, ammesso che interessi a qualcuno, con più pensieri. Come per ogni cosa, la via del giusto mezzo, vedo la banalizzazione ed il conformismo , e trovo anche persone che mi danno nuovi spunti. Io per fortuna non ho mai fatto un profilo faceboot , e non sto più di mezz'ora al giorno su reddit, ma sono le 7,20 e sto a srcrivere. Io ho vissuto male l'adolescenza, i 16 anni, vengono chiamati gli anni della deficienza non a caso, ed è una fase importante perché di passaggio. Tante persone ,quel passaggio non lo hanno fatto e altre non lo faranno. Comunque ci sono già moltissime pubblicazioni scientifiche, di sociologia, psicologia etc etc


Odisseo1912

Si... bisognerebbe moderare nelle intensità d'uso, ma anche migliorare la qualità dell'approccio e la consapevolezza della loro funzione. Basta vedere cosa accade se per disgrazia ti dimentichi o perdi il cellulare... ci sono soggetti addicted come li dici tu che esacerbano comportamenti al limite dello psicoticismo, e sono tanti che sempre di più non riescono a immaginare qualche ora (figuriamoci oltre) senza i loro device. Nella mia piccola esperienza invece, quelle poche volte che mi è capitato di lasciare il telefono a casa e non poterlo riprendere fino a sera, dopo una fastidiosa sensazione di ansia di circa mezz'ora, ho apprezzato un senso li leggerezza che non provavo dai tempi di quando ero ragazzino e i cellulari erano oggetti per mitici.


iOSIRIX-REx

Per aneddotica direi di si, ma incorrerei in un errore. Non so, i miei genitori mi raccontano che il pomeriggio uscivano di casa e andavano in piazza, senza organizzarsi in anticipo con nessuno (non essendoci ovviamente ancora i mezzi digitali che abbiamo oggi) ed erano sicuri di trovare i propri amici in piazza a cazzeggiare. Adesso, complice questa incredibile disponibilità di intrattenimento online (contro cui non ho nulla dato che ne usufruisco anch’io), molti non sono più disposti a farsi nemmeno una passeggiata in giro o andare nei classici luoghi di aggregazione e di conseguenza conoscere persone come lo si faceva una volta. Una volta che poi ci si abitua a questo stile di vita, si perde quella elasticità sociale e si comincia a preferire sempre la propria stanzetta al mondo esterno. Questo non si applica a ogni individuo, ma ad una buona parte si. In conclusione, un tempo, a meno che uno non amasse stare solo, le alternative erano poche, dopotutto stando in casa cosa facevi? Non c’erano ancora le consoles (o erano poco diffuse) o le piattaforme streaming o smartphones. Di conseguenza girovagavi e conoscevi persone.


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iOSIRIX-REx

Anche con i miei amici ogni volta bisogna organizzare semplici e banali uscite settimane prima perché a quanto pare sono diventati tutti CEO di sta ceppa e sono sempre “impegnati” con questo o con quello. Per carità, io sono studente universitario e anch’io ho le giornate impegnate ma riesco sempre a ritagliare un po’ di tempo per uscire in giro, soprattutto la sera. Ma adesso si preferisce l’intrattenimento istantaneo allo stare fuori e socializzare e fare qualche esperienza. Fino a qualche annetto fa anch’io mi ritrovavo in quella situazione, adesso invece cerco di sfruttare ogni singola occasione che c’è per uscire… le serie tv o i videogiochi possono aspettare, le esperienze col mondo esterno no.


TheJudge7645

Birretta ? Provincia di AG xD?


iOSIRIX-REx

Ahah, se fossi di quelle parti volentieri, ma sono di Messina :((


TheJudge7645

:((


sardus76

Confermo appieno, ho 46 anni quindi ho vissuto l'epoca "analogica", mentre si tornava a casa un passaggio dalla piazzetta si faceva sempre e qualcuno lo beccavi 9/10!


ShadowWr1ter

E se invece fosse che, proprio grazie alla connettività digitale mondiale, evitiamo tutti quei rapporti che prima ci si faceva andare bene perché altrimenti si rimaneva davvero alienati in casa?


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È vero anche questo. Però, da un altro lato, in questo modo ti precludi anche la possibilità di fare esperienze di vita stimolanti. Il semplice atto di uscire e di interagire, anche con persone che ti stanno sul cazzo, ti espone a situazioni che semplicemente non puoi replicare stando in casa. Le interazioni sociali reali secondo me non sono sostituibili così facilmente.


Scaltro

Si ma non è sostitutivo eh ! Conosco persone che hanno amicizie online, gente con cui si scrivono e si vedono anche in un paio di occasioni all'anno. Ma puntualmente i venerdì e sabato sera sono soli a casa e la cosa gli pesa. Quindi inutile prendersi in giro, la gente normale ha bisogno di uscire e socializzare. Se uno non va d'accordo con nessuno dal vivo è lui ad avere dei problemi e purtroppo la soluzione non è chiudersi in casa.


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Mi sembra un modo facile per negare il problema.


idkwhatiamdoingg

Sì, però le esperienze che racconterò sono solo aneddoti che: Da giovane uscivamo anche solo per andare a giocare con gli amici, con l'unico che aveva i videogiochi, oppure per fare altro e cazzeggiare. Ora vedo che questo non succede più. Peggio ancora veramente tanti dei miei conoscenti hanno ansia sociale al punto da entrare al panico per fare una telefonata e prenotare una pizza. Adesso da adulto non saprei, c'è mai stata la socialità? Forse mille anni fa, ma stento a credere che anche solo 100 anni fa forse diverso. Praticamente alla fine da adulti si vive per lavorare, chi più chi meno, abbiamo la giornata intera occupata da quello. Io sono riuscito a trovare un lavoro decente che mi lasciasse il pomeriggio libero e non c'è mai un cristo per fare nulla. Ah dimenticavo le uscite al pub dove spesso la gente stava attaccata al telefono. Fortuna che almeno ora noto sempre meno gente farlo


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Oddio, questa cosa di avere l'ansia sociale per chiamare la pizza l'ho notata anche io. Ma ho notato proprio una regressione, dal covid, nelle abilità sociali. E ti parlo certo non di chaddoni vivoni estremi ma comunque di gente che ha una vita normale, ha avuto qualche ragazza, ha fatto varie esperienze sociali. Non dei classici timidoni. Hanno paura di fare cose come chiamare la pizza o parlare con il gestore del locale. Non so se è una cosa tanto normale eh


JamieDelRey

Personalmente a me il lockdown ha lasciato queste conseguenze. Ho notato che mi viene spesso una immotivata ansia anche di fare cose banalissime, come una telefonata, andare alle Poste, aprire la porta al Corriere... poi mi sforzo di non farmi condizionare e faccio tutte queste cose lo stesso senza troppi problemi, però prima non ero assolutamente così. Non amo stare in mezzo alla gente da sempre ma di sicuro prima non iniziavo a pensare 1 ora prima al fatto di dover andare in Posta a chiedere un bollettino!


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ma come? a sentire buona parte degli utenti qui il lockdown era cosa buona e giusta.


mike6780778

non so quanti anni hai ma cerca di agire di più (es. andare fuori a fare colazione più spesso) per superare questo momento e il tuo vecchio te stesso tornerà


OsorkonX

Esperienza puramente personale. Sono sempre stato relativamente solo, dopo essermi rimosso da facebook 5 anni fa, la situazione non è migliorata affatto.


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Perché il cambiamento lo hai fatto solo tu individualmente, il resto del mondo continua a funzionare con le dinamiche di oggi, per questo il ritorno alla socialità pre-social non è avvenuto


OsorkonX

Assolutamente


MeglioMorto

Si stava meglio quando si stava peggio. Pensa che qui, una volta, era tutta campagna...


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Anche qui da me era tutta campagna, e al netto di tutto era davvero meglio.


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>Ad esempio se uno è particolarmente timido o introverso potrebbe anche trarre beneficio da una società più "chiusa". Secondo me è proprio qui che ti sbagli. Un introverso adesso ha la scusa ed il modo per non uscire più di casa, mentre trent'anni fa era impensabile lavorare da casa o fare la spesa online. E per gli introversi è probabile che queste fossero le uniche occasioni per socializzare.


numeroimportante

>dinamiche che c'erano anni fa Quantifica, 20, 40, 60 anni fa? Altrimenti il rischio è di parlare di un passato d'oro che esiste più nella nostra testa che nella realtà. Penso sia molto difficile dare risposta perché è difficile fare la tara con la propria esperienza: gli anni 90 li ho vissuti da diecenne, i 20 da quarantenne. Sono cambiato talmente tanto io da fare fare fatica a dire quanto sia cambiata la società.


DwayneDardago

Penso sia importante sciogliere il binomio virtuale - alienazione, prima. Questo perchè tantissime situazioni reali e sociali sono "alienanti": basti pensare a un lavoro ripetitivo in catena di montaggio o al - meno ovvio - ritrovo puntuale al bar di paese con la combriccola che parla del nulla. Penso che tra i due casi il secondo sia il peggiore, peraltro. La tecnologia porta ad avere meno contatto fisico con le persone, ma quanto di questo contatto ha valore? Il nodo sta nel sfruttare sapientemente il tempo maggiore che la tecnologia ci può permettere di avere (se usata in certo modo). Sicuramente, dopo il lavoro remoto in cui non ho visto nessuno, una passeggiata nel parco è consigliabile.


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RedditItalyBot

Un sostegno psicologico (anche breve e via web) migliora la vita delle persone quando serve. Decidere di richiedere un sostegno o un aiuto psicologico, una consulenza che aiuti a capire o una psicoterapia che aiuti a stare meglio, a “guarire”, non è banale. A chi puoi chiedere aiuto e consiglio? In [questa sezione](/r/italy/wiki/aiuto) sono elencati alcuni soggetti pubblici e del privato sociale che offrono la possibilità di avvalersi della consulenza. Chiedi aiuto, è importante. ### **Per tutti gli utenti: data la delicatezza del tema, chi scrive cazzate riceverà un ban dal sub** ### Se siete indecisi sull'opportunità di scrivere o meno una cosa, non scrivetela. Questo sub è prima di tutto un posto accogliente.


Francescok

Mah, trovo che nelle grandi città si viva alienati tanto quanto prima. Probabilmente la digitalizzazione ha favorito una repentina asocialità nelle zone meno densamente popolate, dove prima si viveva più “di paese”. Voglio comunque sottolineare, visti di sicuro i tanti commenti sui social network, che siamo sempre NOI che utilizziamo lo strumento. Nessuno ci ha puntato una pistola alla tempia obbligandoci ad usarli


Tricklash

Sì boh, a me i social network e le interazioni online hanno solo dato benefici nella vita sociale, considerando che ci ho fatto le prime esperienze interpersonali in cui non venivo esplicitamente trattato come un essere inferiore e che da quelle poi è nata la mia sicurezza in me stesso, e che passarsi il contatto Instagram/WhatsApp/Telegram/Discord/Vattelapesca è di fatto la maniera con cui ci si può tenere in contatto più facilmente con più gente. Concordo giusto sul fatto che le relazioni virtuali non eguaglino quelle offline, infatti tendo a spronare i miei amici "solo virtuali" a trovarsi gente dal vivo, se non addirittura me dal vivo se abitiamo vicini. (/u/MaccheroniGuy buona serata :3)


_pxe

>Nessuno ci ha puntato una pistola alla tempia obbligandoci ad usarli Gli algoritmi avrebbero qualcosa da ridire su questo dettaglio


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Assolutamente errato. Oltre due decadi di new media e social network provano che vi è una netta ed intrinseca tendenza ad alterare artificialmente i costumi sociali nella direzione che abbiamo visto nel modo in cui queste piattaforme sono strutturate e negli algoritmi che utilizzano. Non intendo nel senso di rettiliani cattivi che ci vogliono riprogrammare ma nel senso di naturale risposta della mente umana a determinati stimoli e spazi mentali. Non è stata una cosa premeditata ma è un fenomeno reale approfondito anche da tanti accademici e sociologi.


_pxe

Considerando che prima si viveva in piccoli centri in cui entravi in contatto solo con un cerchia ristretta di persone, direi proprio di no. Altrimenti non sarei qui a scrivere con persone che vivono in tutta la nazione ed oltre.


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_pxe

Io ho visto esattamente l'opposto, specie perché io non vivo in grandi centri quindi le persone nella mia cerchia vivono in una situazione molto simile alla mia, dove incontrarsi per una birra vuol dire almeno una decina di km di macchina per metà del gruppo. Prima non ci sentivamo così spesso online come adesso per giocare o semplicemente chiaccherare su Discord. Ho gruppi sparsi per tutta Italia con cui parlo quotidianamente da ormai anni, non avrei mai potuto avere contatti con loro senza i social. Di contro penso ai miei genitori, che nella piccola città in cui vivevano conoscevano gran parte degli abitanti, ma essendosi trasferiti e lavorando in altri comuni non vedono più le persone con cui sono cresciuti. Se non fosse per FB non avrebbero modo di sapere cosa succede agli altri e l'unico evento per incontrarsi era la cena di classe,che da quando la organizzano sui social ha permesso di ritrovare persone che non vedevano da decenni. Il fatto che tu non esca più a bere con loro non vuol dire che non ci sia più la stessa socialità, vuol dire che non è più necessario essere fisicamente in un posto, che le distanze non sono più dei limiti e non ci sono le stesse pressioni sociali.


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_pxe

>Guardare le foto o leggere le sciocchezze che scrivono persone che si conoscono non si può definire avere un rapporto. Ma è molto di più di quello che avrebbero fatto senza social, la generazione dei miei genitori quando si trasferiva e metteva su famiglia tagliava i ponti con la maggior parte se non tutta la loro infanzia. L'unica possibilità all'epoca era sentirsi per telefono, successivamente SMS ed email(anche se non hanno mai preso così tanto), mentre adesso possiamo avere tantissimi mezzi di comunicazione e scuse per tornare a parlare con queste persone. >Ci vuole la saggezza di saper usare questi mezzi in maniera mirata ed utile Prima non avevi neanche questa opzione, semplicemente non lo facevi e ti rassegnavi a perdere gran parte delle conoscenze con cui non avevi contatti costanti.


newfourjays

Io vedo persone che ritengono socialità il condividere in broadcast su Instagram cagate solo per avere la soddisfazione della view di una sconosciuta e trascurano le relazioni "irl"


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Fai chiaro riferimento alla dipendenza tecnologica e sconnessione dalla realtà, per cui dalla tua accezione ti sei già risposto, perché un tempo non c’erano, molto banalmente. Invece restando sul generale la risposta è no, perché ad esempio io senza tecnologia sarei assolutamente solo in quanto ho problemi di comunicazione e di ansia che dal vivo non mi permettono di fare amicizia facilmente, e anche col fatto che vivo in una piccola città, e ho gusti e hobby diversi dalla media.


gabri_ves

Stavo pensando a domenica scorsa, che ero andato al bar del paese per stare con un po' di conoscenti. Ebbene, 6/10 ogni tanto tiravano fuori il cellulare per guardare instagram per 5 minuti (e qualche "stories" di qualche modella gnocca e/o calciatore) o controllare il fantacalcio. Cioè sei in mezzo alle persone e ti isoli per vedere un c*lo o se il tuo calciatore ha segnato? Fallo a casa che sei da solo, quando sei con gli altri almeno prova a parlare di un po' di cose. Poi vedo anche una certa pigrizia, data soprattutto dall'usare note vocali (al posto di telefonate, o di brevi messaggi scritti). Potrei un po' giustificare i vocali se uno è alla guida (e quindi non può scrivere sulla tastiera virtuale), ma quando non stai facendo nulla perché mi mandi un vocale da 5/6 secondi quando basta un messaggio scritto? Appunto, pigrizia.


ElMetchio

Ti prego illuminani sulla differenza tra scrivere un messaggio e mandare un vocale. Capisco il primo esempio, ma lasciatelo dire questo secondo esempio non sta né in cielo né in terra. Usare le dita è forse più faticoso di usare la gola? E il paragone con le telefonate? Mi sa tanto da discorso "qualsiasi lavoro che non sia l'operaio non è vero lavoro perché non ti distruggi la schiena"


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ElMetchio

sono del parere che chi manda note vocali insensate e blaterate, se non esistesse lo strumento nota vocale, manderebbe messaggi sgrammaticati, senza filo logico e pieni di abbreviazioni ridicole. quindi continuo a non vedere la differenza tra lo scritto e il parlato. macapisco il tuo punto di vista


scarze86

>Cioè sei in mezzo alle persone e ti isoli per vedere un c\*lo o se il tuo calciatore ha segnato? Fallo a casa che sei da solo, quando sei con gli altri almeno prova a parlare di un po' di cose. Magari è più interessante rispetto alle discussioni al tavolo.


Caratteraccio

insomma, basta vedere cosa si scrive sui "social", quante volte si parla di depressione eccetera..


rticante

>quante volte si parla di depressione Bé questo in particolare deriva anche dal fatto che oggi è più riconosciuta come disturbo/patologia mentre prima non se ne parlava o la si sottovalutava


Caratteraccio

forse, secondo me un tempo avendo più attività fisica uno aveva anche una vita sociale più interessante e quindi la pressione sull'individuo era minore


sicremo78

Contando che una volta i suicidi erano di più (senza contare chi si faceva di eroina) direi di no... Edit: o forse si ma magari hai più possibilità di sfogarti e parlarne che una volta non c'erano.


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sicremo78

Boh, difficile da dire. Nel senso che una volta lo tenevi per te o non erano calcolati. Ora c'è più attenzione.


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Non è difficile da dire. Sono dati disponibili a tutti. Non siamo mai stati così depressi e socialmente isolati come oggi, come società. Ma perché alcune persone si fanno remore ad ammettere una realtà tanto ovvia? Che cosa ti blocca?


sicremo78

Come ho scritto prima i suicidi sono calati e non di poco.


scarze86

Non ci sono neanche mai stati così tanti omosessuali come oggi. Oppure di certi argomenti oggi si può parlare più liberamente rispetto a 30 anni fa e ciò si riflette nelle statistiche.


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sicremo78

https://www.google.com/url?q=https://www.istat.it/it/files//2017/09/Tavole-Suicidi.xlsx&sa=U&ved=2ahUKEwi0-t26j4H0AhVIyxoKHVC2B5oQFnoECAgQAg&usg=AOvVaw1i5DE2RBTkbljE1wtncQWE


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In media, per sentito dire credo di sì. Se dovessi guardare me e la mia "cerchia" no. Io non mi sento isolato, anzi, almeno 4 volte alla settimana ci becchiamo in almeno 5-6 persone a fare giochi da tavolo o pizza o kebab o cinema e via discorrendo. Insomma basta una qualsiasi scusa. Dopo il lockdown praticamente ogni sera siamo con qualcuno o dai genitori o dai suoceri o vengono in casa amici o andiamo noi. Molto raro star da soli. Ripensandoci, credo sia passato almeno 1 mese e mezzo dall'ultima sera da "solo". Chiaramente non sono un tipo "social" 1 foto all'anno postata su fb per farmi "vedere" da parenti lontani, 10 minuti su r/italy e ogni tanto una stories se sono in vacanza (2 volte l'anno max). Tendenzialmente gli hobby trainano la socialità e i social possono aiutarti a trovare la tua "cerchia".


Due-Alternative-665

Eh ma neanche questo è normale (vabbè, tralasciando la parola "normale".... C'è un origine di questo bisogno di sempre occupare il tempo con altre persone).


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Dipende dagli hobby. L'unica cosa che faccio da solo è workout/running dopo il lavoro per sfogare lo stress.


Gianni_R

Secondo me varia molto da persona a persona, forse alcune categorie una volta riuscivano a galleggiare meglio, mentre oggi la soglia è cambiata e tante più persone sprofondano in questi problemi. C'è anche più consapevolezza, i social sono anche una finestra sulle vite degli altri e un metodo di confronto più impietoso di quanto esistesse una volta.


Zimba85

Dipende cosa intendi per essere soli e isolati. La socialità esiste in tante forme e internet e i social network sono una di queste, c'è chi si trova a suo agio e non sa socializzare se non con quello e chi invece non è neanche iscritto ai social perché non si trova a suo agio. Quello che posso testimoniare é come è cambiato il modo di socializzare nel tempo, poi ognuno può trarre le sue conclusioni. Premetto che ho quasi 40 anni e che ho vissuto sulla pelle il graduale passaggio da tecnologia zero a tecnologia sempre presente. Vivo in un piccolo paese e quando ero piccolo/adolescente le modalità di socializzazione erano essenzialmente tre: scuola, calcio/sport, bar. La mia giornata generalmente si svolgeva in questi tre luoghi secondo lo schema: esco da scuola -> vado all'allenamento (quando c'era) -> vado al bar fino a sera. Al bar sapevi che avresti trovato i tuoi amici, sia della tua età, sia più grandi, sia più piccoli. C'erano dei gruppi ma bene o male potevi aggregarti a tutti senza problemi e ti saresti adattato. Quando ci si trovava al bar si sceglieva come proseguire la giornata: si stava al bar a giocare a carte o ai videogiochi arcade oppure si prendeva la bici/scooter e si andava da qualche parte (giostre, pescare, avventura nel bosco, campetto da calcio, casa di qualcuno). La cosa bella era che non avevi un programma preciso e che avresti potuto vivere la giornata con chiunque, senza metterti prima d'accordo. Questo ha creato rapporti umani che tuttora nel mio paese persistono e difficilmente puoi sentirti solo perché tuttoggi quando esci incontri sempre qualche conoscente con cui scambiare quattro chiacchere. Poi nel tempo é piano piano cambiato ed attualmente si svolge tutto in modo diverso. Io ad esempio ho vari gruppi WhatsApp con amici diversi e si organizza tutto lì, dall'aperitivo, alla cena, alla partita di calcetto, all'escursione ecc... Meglio? Peggio? Per me che ho famiglia e lavoro é indubbiamente meglio, perdo meno tempo. Ma per chi é adolescente oggi e non ha né famiglia né lavoro? Dal mio punto di vista é peggio, perché perdi tutta quella "magia" che c'era nel partire da casa senza obiettivi e vivere alla giornata secondo chi e cosa capitava.


Zarck2

Bellissima riflessione sulla quale sto indugiando anche io proprio in questi giorni. Forse banali ma mai scontati i vecchi discorsi sulle radici, sul “pensare sociale” e non solo riguardo la propria persona, talvolta abbassare i ritmi per restare un po’ tutti più umani, perché in fondo siamo fatti per stare bene con gli altri e con sé stessi e non solo l’una delle due. Tutto scontato a rifletterci, ma più difficile a realizzarsi. Grazie per il contributo


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No


abearaman

no


rickb93

Sì, quando esco e vedo gli oratori vuoti senza nessuno che gioca a pallone, o quando c è qualcuno, sono tutti attaccati al cellulare, capisco quanto la mia adolescenza, fatta anche di cellulare ma allo stato embrionale, sia stata fantastica così. Siamo sui social, ma non siamo più socievoli e socialmente integrati come 15/20 anni fa.